Svezzamento

Riflessioni e Consigli su Svezzamento e Alimentazione Adulta

In questo lavoro presento le mie convinzioni personali, frutto di esperienza diretta e di quella di molte famiglie a me vicine; ritengo doveroso precisare che non vi è alcuna pretesa scientifica ma solamente un intento divulgativo per far riflettere sull’alimentazione, e in particolare sullo svezzamento.
Prima di iniziare a parlare di svezzamento, ritengo doveroso accennare al primo nutrimento del bambino, cioè al latte materno. Nessun alimento è più completo, sano ed equilibrato per la crescita del bambino di quello che la natura ha provvidenzialmente messo a disposizione. Dopo decenni in cui, complici anche le case produttrici, si è dato per scontato che il latte artificiale fosse migliore, perché frutto della “scienza”, si è finalmente fatto un passo indietro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua infatti a ribadire l’assoluta superiorità del latte materno, e raccomanda alle mamme di farne l’alimento esclusivo per i propri bambini per almeno sei mesi. Esistono organizzazioni no-profit che aiutano le mamme ad affrontare con successo l’allattamento; per brevità qui mi limito a ricordare solamente “La Leche League” (Lega per l’allattamento materno), attiva in molte regioni italiane (vedi www.lllitalia.org).

In quale momento della crescita è opportuno affiancare al latte materno un altro alimento? Quando è il momento di iniziare lo svezzamento? In primo luogo dovremmo riflettere sul fatto che, essendo ogni individuo unico e irripetibile, avrà anche tempi personalissimi per voler cominciare ad alimentarsi con cibi diversi dal latte. Anziché considerare lo svezzamento il momento in cui, per decisione di qualcuno, genitori o pediatra, nonni o convenzioni sociali, si somministra al piccolo un nuovo alimento, dovremmo cominciare a pensarlo come il momento in cui il bambino manifesta interesse per qualcosa di diverso. Osserviamo con attenzione i nostri cuccioli e scopriremo quanto essi siano “competenti”, cioè quanto l’istinto sappia enormemente guidarli verso le scelte più opportune, nel momento migliore. Se il bambino ha messo già i primi dentini, se riesce a stare seduto da solo, se riesce ad afferrare e portarsi alla bocca qualcosa da solo, se sa dire di no con il capo, se è incuriosito dal cibo dei genitori, allora probabilmente sarà pronto per provare ad alimentarsi con qualcosa di solido.
Ai genitori vorrei raccomandare di osservare queste semplici regole:
1) rispettare i tempi del bambino, non aver fretta di bruciare le tappe. Ricordare che il bambino avrà una vita davanti per mangiare cibi solidi; aspettare qualche mese in più non pregiudica nulla nel suo sviluppo;
2) agire con calma e pazienza al momento del pasto. Non scoraggiarsi se il bambino non gradisce il nuovo cibo, ma riprovare dopo alcuni giorni o settimane;
3) utilizzare cibi sani e genuini, preparati in modo da salvaguardare il più possibile il loro valore nutrizionale.
La mia esperienza personale mi spinge a sottolineare che ogni bambino è diverso, ha propri ritmi e tempi di crescita e di sviluppo; imparare a rispettarli è un dovere per i genitori, così come guidarlo con serenità verso la propria maturazione. Rinunciare a impegni serali con gli amici se il bambino si addormenta presto, così da consentirgli un equilibrato riposo dovrebbe essere una priorità indiscutibile: stiamo parlando del benessere psico-fisico di nostro figlio! Naturalmente qualche eccezione si può (e si deve) fare, anche per rispetto della società in cui si vive, ma ricordando appunto che l’eccezione non è una regola!
Ritornando all’argomento principale, lo svezzamento, voglio ribadire l’importanza del rispetto dei tempi personali di crescita del bambino. Forzare i tempi dello svezzamento significa fare un cattivo servizio al sistema digerente, con la conseguenza di compromettere il sistema immunitario, che vuol dire salute del bambino. Come è noto, per curare le allergie, che purtroppo oggi costituiscono una vera e propria epidemia e rendono di cattiva qualità la vita dei bambini, per prima cosa si deve riequilibrare e ripristinare la buona funzionalità dell’apparato digerente, e in questo modo spesso si riesce a ritornare in salute.
La nota fondamentale dello svezzamento è dunque molto semplice: ogni bambino è unico, per cui ogni bambino avrà il proprio svezzamento, con tempi e gusti propri. Forse vi annoio con queste ripetizioni ma l’individualità è fondamentale e va ribadita, perché è un valore da salvaguardare tanto più in una società che tende alla standardizzazione di tutto e di tutti.
Abbiamo detto che uno dei segnali per iniziare lo svezzamento è la comparsa dei primi dentini. Quando compaiono? Buona parte dei bambini li sviluppano fra i 6 mesi e i 10 mesi, ma ci sono casi in cui spuntano a 3, oppure a 8-10 mesi. I denti per una buona parte dei bambini sono sempre una realtà molto forte; io dico che con la loro comparsa si rendono conto di essere arrivati in questo mondo! Spesso in concomitanza con l’ ingrossamento delle gengive il bambino è nervoso, si lamenta, non dorme tranquillo, ha una salivazione abbondante (scialorrea) e tende a mordere con le gengive qualunque cosa, per sfogare il disturbo che ha. Inoltre si possono manifestare disturbi come: diarrea oppure stitichezza, febbre, tosse, bronchite, otiti, congiuntivite, raffreddore. Quando il dente ha tagliato solitamente tutti malesseri spariscono d’incanto. Talvolta il dente spunta ed è per i genitori solamente una piacevole sorpresa, che non ha arrecato alcun fastidio. Con i dentini, il bambino ha la capacita di iniziare a provare del cibo diverso dal latte. I primi denti che escono sono gli incisivi, e guarda caso l’apparato digerente è pronto ad affrontare i cibi che vanno tagliati, incisi: la frutta e la verdura. Come è noto, ogni alimento ha bisogno di particolari enzimi per essere scisso e digerito; i denti incisivi sono collegati agli enzimi che scindono frutta e verdura. Non solo c’è una stretta affinità tra la mucosa delle gengive e la mucosa dell’intestino; si può affermare che si parlano e si scambiano le informazioni e le problematiche, avere una buona mucosa intestinale vuol dire avere gengive sane, e anche i denti ovviamente ne beneficiano. Scegliere alimenti che non trovano gli enzimi per essere digeriti, vuol dire affaticare l’apparato digerente e la mucosa intestinale e di conseguenza compromettere le gengive, oltre ad intossicare l’organismo, con conseguenze come mal di testa, stipsi, diarrea e malessere generale. Iniziando con la mela grattugiata, cui si aggiunge qualche goccia di limone per evitare che si ossidi, si assiste ad uno spettacolo sempre unico e divertente: ci sono bocche cucite che non ne vogliono sapere e altre che non sono mai sazie, c’è chi si diverte a sputare, ridendo, tutta la cucchiaiata… provare per credere! Di solito per la prima decina di giorni si da la mela grattugiata solo una volta al giorno. Poi si provano altre qualità di mela, e si passa infine all’introduzione di verdure come carote e rape rosse.
Procedendo con un solo alimento per volta, si riesce a valutare se esiste un qualche problema con un determinato alimento: ecco perché si raccomanda di procedere “con calma”. Io ho usato solamente frutta e verdura nazionale; così per esempio la banana l’ho introdotta molto tardi.
Se si vuole avere un’attenzione in più verso il bambino, è opportuno non utilizzare il cucchiaino in acciaio, ma possibilmente in legno oppure in argento. Questo perché la comune posateria ha un suo campo elettromagnetico che può interferire con quello gengivale. Il legno non ha di questi problemi, e l’argento oltre a non disturbare è antibatterico e anti funghino. Questo non vale solamente per i bambini, dovremmo pensare anche a noi adulti!
Mi sembra ovvio a questo punto affrontare uno spinoso problema: che qualità di frutta e di verdura utilizzare? Ovviamente e solamente qualità biologica o biodinamica. Ma che controlli ci sono? I dati che seguono possono essere di vostro aiuto; consideriamo inoltre che mentre è certo che nelle coltivazioni che utilizzano pesantemente la chimica i residui dei pesticidi ci siano, e a norma di legge siano consentiti, nel biologico e biodinamico non ci possono essere, e i controlli che vengono effettuati dimostrano infatti che non ce ne sono. Alla Cooperativa El Tamiso – ingrosso frutta verdura Biologica Biodinamica attiva presso il mercato ortofrutticolo di Padova, nel 2006 hanno avuto 24 controlli tra Nas, Arpav, enti vari, e non hanno avuto nessuna contestazione di prodotto fuori regola.
Spesso dal fruttivendolo la gente non chiede: questi prodotti sono buoni, saporiti, sani? Bensì: voglio della frutta e della verdura “bella”. Sono due modi di ricercare gli alimenti completamente diversi. Certo anche l’occhio vuole la sua parte, ma la bontà e la genuinità sono molto più importanti. In natura ogni frutto è un prodotto a sé; nella stessa pianta non ci sono due frutti uguali, e ogni frutto avrà un gusto proprio. La natura dunque ci offre un frutto sempre differente, sempre unico, e a ben guardare ci insegna a cogliere il fatto che siamo anche noi unici. Per avere delle mele tutte belle uguali, dello stesso colore e stessa calibratura bisogna intervenire con procedimenti chimici che si scontrano con la nostra salute, perchè lasciano residui nel prodotto che consumiamo.
Cosa vuol dire biologico? Biologico significa coltivazione di verdure, cereali, frutta, senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi, ma con l’utilizzo di prodotti naturali e non nocivi per noi e per l’ambiente, e che diano la possibilità di avere dei raccolti soddisfacenti e sani, rispettando i tempi naturali, e usando tecniche di coltivazioni in armonia con l’ambiente e con noi stessi. Se leggiamo le statistiche vediamo che ogni persona consuma al mese circa 15 Kg tra frutta e verdura, nel contempo accumula nel proprio organismo ogni mese circa 2,8 mmg di pesticidi di vario tipo. Non c’è nessun studio sugli effetti di questi micidiali miscugli. Il nostro organismo non riconosce le sostanze chimiche di sintesi e invece di eliminarle le accumula. Ricordiamo che la crusca è la “pattumiera” dei pesticidi, il punto dove si accumulano di più; ne consegue che nei cereali non biologici saranno da preferire quelli “brillati” , e nella pasta non biologica quella bianca a quella integrale. Il raffinato non sarà equilibrato ma almeno si evitano molti pesticidi! Il concime chimico dà prodotti generalmente squilibrati con molto potassio e poco magnesio. Troppo potassio intensifica patologicamente le secrezioni e l’acidità gastrica, mentre diminuisce la pressione sanguigna; poco magnesio crea un’alterazione che favorisce il cancro. Quello che diventa più preoccupante è che il continuo uso di sostanze chimiche nelle colture sta impoverendo sempre di più i raccolti di magnesio,
C’è una notevole differenza tra il prodotto biologico e il prodotto chimico, ecco alcuni esempi:

Vitamine in 100 gr di grano a peso secco

  Biologico Chimico NPK Differenza
Tiamina (B1) 951,00 451,70 100%
Riboflavina (B2) mg/100 268,00 120,00 131%
Ac. Nicotinico mg/100 89,60 54,80 63%

Sostanze contenute nei pomodori (mg/100 gr peso secco)

  Biologico Chimico NPK
Calcio 23,00 4,5
Potassio 148,00 59,80
Sodio 6,5 0,00
Manganese 59,20 4,5
Cobalto 0,63 0,00
Ferro 1,94 0,00
Rame 0,06 0,00

Spinaci mg/100 gr di prodotto secco

  Biologico Chimico NPK
Ferro 1584 19
Rame 32 5
Manganese 117 1

Pure l’Istituto Nazionale della Nutrizione se n’è accorto, affermando che dalle analisi risulta che il grano biologico è migliore di quello chimico. Meglio tardi che mai! Nel 1974 il Governo Federale della Germania ha condotto un’indagine alimentare: risultava che il 70% di tutti i bambini in età scolare soffriva di carenza di vit. B1. La vit. B1 è indispensabile all’uomo per poter portare a conclusione il ricambio degli zuccheri nel cervello, nei nervi e nella muscolatura. In questo caso serve come catalizzatore, come enzima o come fermento. La carenza di vit. B1 ha come conseguenza pratica che cervello e nervi non possono venire nutriti nel modo giusto. Conseguenze: carente capacità di concentrazione, nervosismo e debolezza di volontà.
Qualche altro dato ben renderci conto della differenza tra prodotti coltivati con la chimica e i prodotti biologici, in particolare cosa hanno “in più” questi ultimi:


+ 23/26% sostanza secca
+ 18% proteine
+ 28% acido ascorbico
+ 19% zuccheri totali
+ 13/18% potassio
+ 10/56% calcio
+ 0,6/13% fosforo
+ 29/77% ferro
+ 49% magnesio
+ 35% amminoacidi essenziali
– 69/97% nitrati

Questi dati sono da leggere in un’altra ottica: non è che il prodotto biologico ha questi elementi “in più”, è il chimico che ne ha carenza! Per renderci conto di cosa significa una carenza approfondisco solamente il caso del magnesio. Il magnesio elemento chimico è diffuso come magnesite (MgCO3) oppure come dolomite (CaMg(CO3)2). Si trova inoltre nei cereali integrali (crusca) e nelle verdure a foglie verdi (clorofilla). La clorofilla si forma solo ed esclusivamente in presenza di luce. La clorofilla è composta in gran parte dal magnesio, che è il principale responsabile dell’immagazzinamento della luce (calore). Il magnesio è uno degli elementi fondamentali per il nostro organismo, è indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi. La carenza di magnesio non permette il buon funzionamento di importanti reazioni che avvengono, tramite l’azione enzimatica, nel nostro organismo, che avrà delle carenze che porteranno ad uno stato di malattia. Il magnesio è importantissimo per l’apparato cardiovascolare in quanto nutre i muscoli cardiaci; per l’apparato osseo poichè fa parte della stessa struttura ossea; è utile alla digestione; infine per l’apparato nervoso, perché oltre a nutrirlo lo rilassa. Quando incontro persone stressate, con i nervi a fior di pelle, sempre mi chiedo quali livelli di magnesio ci siano in quelle persone! Scegliere un alimento Biologico, non significa solamente rispettare l’ambiente, ma vuol dire anche che teniamo a noi stessi e al nostro benessere psico – fisico.
E vorrei ora parlare del cibo transgenico, che per me è un grave problema. Attualmente è molto difficile considerare – perché non prevedibili – gli effetti di PLEIOTROPIA (la proprietà di un gene di influenzare due o più caratteri anziché uno solo, come generalmente avviene). Questo problema è molto dibattuto nella comunità scientifica a proposito delle piante modificate geneticamente. Considerando che una pianta ha una struttura cellulare molto meno complessa dell’essere umano, che conseguenze può avere sui bambini? In uno studio condotto recentemente in Inghilterra, il ricercatore ha nutrito due gruppi di cavie, uno con patate modificate geneticamente, l’altro gruppo con patate “normali”. I risultati sono stati sconvolgenti; le cavie nutrite con patate modificate geneticamente avevano il sistema immunitario sconvolto, ed erano ammalate mentre le altre, nutrite con patate “normali”, stavano bene. (N.B. Il ricercatore ora è disoccupato, la realtà dà fastidio!). Il governo inglese ha commissionato uno studio alla New Caste University. I risultati sono stati presentati il 18 luglio 2002. Lo studio era fatto su esseri umani volontari, per capire cosa comportava alimentarsi con cibo modificato geneticamente (transgenico). La sperimentazione doveva durare 3 anni ma dopo soli 3 mesi i risultati si sono rivelati allarmanti, per il gruppo che si alimentava con cibo transgenico. I responsabili della ricerca avvisarono il Ministro della Sanità, e il governo inglese ha fatto interrompere la ricerca, cercando di minimizzare i risultati conseguiti. Quali risultati? I seguenti: grave alterazione cellulare del sistema immunitario, in particolare dei linfociti e modificazione della flora batterica intestinale. Alcuni batteri si sono modificati a causa del continuo contatto con frammenti di DNA modificato, introdotto con l’alimentazione. Per renderci ancora più informati, il prof. Umberto Veronesi nel marzo 2007 ha iniziato una tournée per sponsorizzare il suo libro sui cibi transgenici e ha affermato che gli OGM dovrebbero cambiare nome: non più modificati, ma organismi geneticamente migliorati. Proprio in quei giorni Greenpeace ha chiesto il ritiro dal mercato del mais geneticamente modificato “Mon 863”, già approvato dalla UE per consumo umano. Questo mais ha dato segni di tossicità agli organi interni, fegato e reni, delle cavie di laboratorio. Faccio notare che Veronesi si è sempre dichiarato vegetariano e che consuma solo cibo biologico o biodinamico. Di questo fatto la cosa che mi lascia più esterrefatto è che Umberto Veronesi è stato Ministro della Salute!
Il Dott. Stefan LANKA, virologo e biologo molecolare dell’Associazione Internazionale Re.G.I.Med. scrive: “Le affermazioni della così detta ingegneria genetica non corrispondono alla realtà biologica perché la sostanza manipolata rappresenta un grande potenziale pericolo paragonabile alla radioattività incontrollata.”
Ritornando da dove siamo partiti, cioè l’alimentazione dei bambini, permettetemi di fare un esempio: se noi costruiamo un palazzo di 10 piani e nelle fondamenta invece di metterci calcestruzzo ci mettiamo calcinacci, pensiamo forse che quel palazzo sia sicuro? Eppure non si vede che nelle fondamenta ci sono i calcinacci. E’ la stessa cosa per un bambino: se diamo un alimento non sano, come potrà svilupparsi in armonia e in buona salute? Eppure cosa ha mangiato non si vede…ma di certo si vedranno le conseguenze! A noi la scelta: da una parte il cibo a norma di legge, dall’altra il buon senso.
Il tempo continua a trascorrere e il bambino ha messo finalmente i pre-molari e i molari, solitamente intorno ai 12 mesi. La forma del molare ci fa capire che serve per triturare, macinare, e la stessa parola “molari” ricorda la mola, la macina. In questo periodo il bambino ha effettivamente gli enzimi per digerire i cereali, che sono un alimento fondamentale per l’organismo umano. A questo punto inizia il vero svezzamento, che comporta la sostituzione graduale delle poppate al seno con altri alimenti. Si inizia con il pasto di mezzogiorno.

L’occorrente per questo grande momento:
1 – molino per macinare i cerali
2 – macinino per il caffè a mano, in alternativa al molino
3 – riso integrale biologico o biodinamico
4 – miglio decorticato “ “
5 – mais “ “
6 – orzo decorticato “ “
7 – avena decorticata “ “
8 – farro
9 – grano
10 – verdura biologica o biodinamica fresca di stagione.

Si inizia lo svezzamento con le farine dei cereali cotte in un brodo di verdure.
La farina ce la facciamo da noi, dal cereale che ci siamo procurati, con il molino a pietre di granito se ne siamo in possesso. In commercio ci sono dei molini piccoli ad uso familiare. Se non si ha la possibilità di acquistarlo, si può sempre dotarsi di un macinino da caffè a mano, del tipo di quelli che si usavano una volta, e che ora sono tornati in commercio. Fare la farina al momento, con il chicco nella sua integrità, evita che si perdano le caratteristiche vitali proprie del cereale. E’ bene ricordare che dopo una settimana dalla macinazione iniziano diversi processi fisici di ossidazione, che fanno perdere in breve tempo importanti sostanze alla farina; inoltre inizia l’irrancidimento dei preziosi olii essenziali contenuti nel germe. Per fare la farina ci vuole poco tempo e si ottengono ottimi risultati. La farina va poi tostata; mi rendo conto che questo operazione è sconosciuta a molti, ma è molto semplice. In una pentola si mette quella quantità di farina che si deve usare, si pone sul fuoco e si gira continuamente. Dopo pochi minuti la farina si è un po’ abbrunata e ha preso il caratteristico profumo di tostatura. A cosa serve la tostatura? Ad opera del calore l’amido si trasforma in destrosio, e maltosio questi zuccheri vengono assimilati subito dal bambino. Inoltre le catene dell’amido (carboidrati) che sono lunghe e di “difficile” digestione per il bambino, sono state rotte e trasformate per cui richiede al bambino meno sforzo digestivo. Importante: se durante la tostatura la farina diventa nera, si butta tutto e si ricomincia daccapo!
Nel frattempo si prepara un brodo vegetale con una sola verdura (per esempio la carota), che va fatta bollire per 30 – 40 minuti. Utilizzando solo il brodo, si aggiunge la farina tostata, facendo attenzione a non formare grumi. Quanto va cotta la farina tostata nel brodo vegetale? A lungo, almeno 30 – 40 minuti, in questo modo il bambino riesce a digerirla con meno difficoltà. Se desiderate potete mettere nella pappa anche un po’ di olio extra vergine d’oliva biologico o biodinamico. Ovviamente non va aggiunto il sale: fino ad un anno non si sala la pappa, i reni ne soffrirebbero molto, perché ancora in formazione; successivamente con il sale il consiglio è di andare molto cauti.
Una volta le mamme usavano mettere in bocca la pappa prima di passarla al bambino. Con questo semplice gesto la mamma poneva degli enzimi nel cibo che servivano al bambino per digerire meglio. Il bambino inoltre iniziava a conoscere questi enzimi e poi se li produceva. Non dubito che al giorno d’oggi questa operazione verrà considerata quantomeno “anti-igienica”!
Conviene provare un tipo di cerale per almeno una quindicina di giorni, abbinandolo alle varie verdure, così mentre il bambino comincia ad apprendere i vari gusti, i genitori possono notare se ci sono problemi. Successivamente si possono associare più verdure per fare il brodo. Consiglio di iniziare con il riso, poi di passare al miglio, che era il cereale più usato da noi fino al 1750, poi andato in disuso, infine al mais. Il mais (“polenta”) è l’unico cereale che si usa per pochi giorni, solo 5 o 6. Questi cerali sono privi di glutine. Oggigiorno il problema dell’allergia o dell’intolleranza al glutine costituisce un fattore sociale molto importante, con note e gravose conseguenze. Per questa ragione conviene passare con calma ai cereali con glutine, iniziando dall’orzo, poi si passa all’avena ed in fase di arrivo al grano, con una varietà antica: il farro. Se non notiamo problemi arriviamo al grano che si usa abitualmente.
A questo punto desidero portare a vostra conoscenza queste mie informazioni sul grano. La maggior parte delle varietà di grano ha subito modificazioni importanti ad opera dell’uomo. Negli anni intorno al 1950 il grano è stato irradiato in modo da rendere la pianta più piccola, ed evitare che con il vento si alettasse e diventasse poi difficile la raccolta con le macchine. Perché il grano si alettava? La risposta era ed è semplice: la concimazione chimica ha indebolito la pianta che non riesce più a sostenere la spiga. La spiga con la concimazione chimica si riempie troppo di acqua e diventa pesante. Così le radiazioni, più che una soluzione, sono servite per aggirare l’ostacolo. Ma la realtà non è cambiata, semmai è peggiorata: il grano non è più sano come prima. Queste radiazioni infatti hanno modificato la struttura del glutine, causandone un aumento ed inoltre si sono modificate le strutture dei carboidrati. L’aumento delle proteine del glutine è servito per rendere più “lavorabile” la farina del grano, e di questo si vantano i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Legnaro (PD) che hanno partecipato a questa opera di modificazione. Quando ho personalmente fatto notare che questa modifica può aver comportato l’aumento del Morbo Celiaco e dell’intolleranza al glutine, mi sono sentito rispondere che di questo aspetto devono occuparsi i medici. Che spettacolo, la “scienza” che lavora a compartimenti stagni! Il problema a mio avviso è invece molto serio, e questo glutine invece di un alimento è diventato un “veleno”, infatti il morbo celiaco è in aumento esponenziale. I carboidrati modificati presentano strutture più grosse che non vengono più riconosciute dagli enzimi digestivi. Questi non riescono e demolirli, e conseguentemente questi carboidrati si depositano nei villi intestinali, causandone l’infiammazione. I soggetti interessati cominciano ad accusare dinamiche digestive negative. Ora, a chi ha problemi con il grano viene consigliato di provare il farro, varietà vecchia e non modificata, oppure il tanto decantato Kamut, anche questa una varietà non modificata. Il Kamut è un grano che si trovava in Egitto e in Mesopotamia e che è stato quasi dimenticato per molto tempo. Il nome Kamut è significativo: Kà moet = amima della terra. Ora questo grano è protetto da un marchio depositato negli USA (vedere: Kamut Enterprises of Europe bvba; www. Kamut.it). C’è anche una favola metropolitana riguardo a questo Kamut: alcuni semi sarebbero stati trovati in una piramide, e seminati ne avrebbero rilanciato la coltivazione. Personalmente penso sia stata fatta una grossa operazione commerciale alle nostre spalle: è stato irradiato il grano, ne sono sorte grosse problematiche a chi lo consuma, e viene presentata un’alternativa con marchio depositato. Mi chiedo: è una favoletta? Oppure una triste realtà? Spero che qualcuno si faccia avanti e mi possa smentire. Per fortuna si sono ritrovate una ventina di varietà di grano che non sono state irradiate e dunque non ancora rovinate dalla “scienza”. Grazie a chi ha ancora del buon senso, queste varietà non contaminate stanno finalmente ritornando sulle nostre tavole, per la salute nostra e dei nostri figli.
Ritornando alla pappa, dopo una prima fase in cui si somministra solamente il brodo, si comincerà a utilizzare anche le verdure, realizzando così il “passato”. Osservando con attenzione il bambino, si noterà facilmente quando inizierà a desiderare anche un pasto alla sera, invece della poppata. Lo stesso vale per il momento in cui iniziare ad usare il cerale non sottoforma di farina ma nella sua interezza di chicco: il bambino mostrerà interesse per qualcosa di più “corposo”. Ribadisco ancora una volta l’importanza del rispetto dei tempi del bambino; ogni forzatura provocherà sia spiacevoli aspetti psicologici, sia risposte negative da parte del fisico. L’apparato digerente infatti, non pronto, farà scatenare malesseri: dal semplice mal di testa al mal di pancia, ma anche otite, congiuntivite, bronchite. Il bambino dovrà impegnarsi a superare questi problemi, con uno sforzo che gli farà sprecare energie preziose per il suo sviluppo.
Ma quali altri cibi si possono aggiungere e quando si possono cominciare ad usare?
Yogurt: questo alimento può essere fatto assaggiare anche quando il bambino ha già 4–5 mesi. E’ un alimento fermentato, cioè dei batteri hanno trasformato il latte in un alimento digeribile completo, inoltre questi batteri sono dello stesso tipo della nostra flora batterica intestinale. Lo yogurt è solamente quello acido – naturale biologico o biodinamico.
Latte: ovviamente ci sono vari tipi di latte, vaccino (mucca), caprino (capra), pecora, asina, cavalla, ecc. Ogni mammifero ha il latte giusto ed equilibrato solamente per il suo cucciolo. Ne consegue che il latte migliore per il bambino è solo quello della sua mamma. Se non fosse disponibile, la cosa migliore sarebbe “andare a balia”, ma tale pratica oggi è praticamente scomparsa. Ecco che in sostituzione di quello materno, il latte migliore sembra essere quello di capra. La capra è un’animale particolare, non si ammala di tumore, riesce a vivere negli ambienti più impervi, ha una vitalità unica. Il problema del latte di capra è la scarsità di zuccheri, mentre sappiamo che il bambino ne ha esigenza per lo sviluppo corretto del suo cervello. E’ per questo che si deve aggiungere ad ogni biberon una punta di cucchiaino di miele vergine italiano o di zucchero di canna non raffinato. Il latte vaccino, non è un cattivo alimento, solamente è importante scegliere esclusivamente latte biologico o biodinamico, ed è consigliabile non somministrarlo prima dei 6-7 mesi, cominciando sempre diluito in acqua. Formaggio: la ricotta per il suo alto contenuto proteico e la sua ottima digeribilità si può cominciare ad aggiungerla quando si sono provate un paio di farine di cerali. La grattugiata di parmigiano reggiano sulla pappa la si aggiunge un po’ alla volta, e si deve osservare la reazione del bambino: non sorprenda il fatto che talvolta non piaccia o dia reazioni (ad es. prurito).
Olio extra vergine di oliva: quel goccino nella pappa va più che bene, mi ripeto biologico o biodinamico, se teniamo alla salute dei bambini!
Miele: se il bambino è allattato al seno non servono zuccheri, non serve dolcificare o dare dolci, se il bambino viene avvicinato al dolce, di solito, rifiuta poi le verdure.
Legumi: i legumi sono un complemento dei cereali, gli aminoacidi essenziali che scarseggiano nei cereali sono abbondanti nei legumi e viceversa. Si inizia solitamente dalle lenticchie cotte e passate al passaverdure, perché ricche di ferro, e poi piano si fanno conoscere gli altri legumi.
Germogli: la vita si alimenta con la vita…inutile aggiungere che bisogna valutare tutte le informazioni in relazione al bambino. Trovo interessante iniziare a dare i legumi sotto forma di germogli. I germogli, cibo vivo, rivitalizzante, energetico, conosciuto bene ai tempi dell’antica Roma, e dai cinesi che ne facevano uso già dal 2700 a.C., il suo uso da noi è molto meno conosciuto. Grazie ai germogli possiamo cibarci di cereali e legumi crudi come altrimenti non sarebbe possibile fare; ed evitando la cottura non si perdono le vitamine e i sali minerali. La cosa più sorprendente è che vitamine, sali minerali, enzimi e proteine nei germogli sono presenti in quantità maggiori. La germinazione è l’inizio della meravigliosa trasformazione di un seme; grazie all’apporto dell’acqua, il seme inizia a diventare una nuova pianta per poi generare altri nuovi semi. Già questo processo deve farci riflettere circa l’ enorme e meravigliosa potenza vitale che ha questo nuovo ciclo di vita. “Il risveglio biologico” o germinazione è il momento più vitale, è una potente esplosione di energia e con esso inizia tutta una serie di complesse reazioni bio-chimiche e di semplificazioni, aumentate dal mutamento naturale di numerosi pro-enzimi ed enzimi.
Le proteine, oltre ad essere più consistenti come quantità, sono scisse in amminoacidi più digeribili ed assimilabili, grazie all’azione protoelitica degli enzimi. Gli amidi si trasformano quasi tutti in maltosio e destrosio che sono zuccheri più disponibili. I sali minerali aumentano notevolmente e diventano dei composti metallo-organici più attivi e meglio utilizzabili dal nostro organismo, perché più assimilabili. La fibra dei germogli dà molti meno problemi. Altro vantaggio non indifferente: nei germogli, il processo enzimatico della germogliazione, riduce di molto fino a quasi neutralizzarla la fitina o acido fitico, sia dei cereali che dei legumi. Nei germogli comunque sopravvivono gli enzimi anti-fitina. I germogli dunque sono molto più digeribili dei semi originali. Chi ha difficoltà con i legumi potrà nutrirsi con i “germogli dei legumi” senza avere problemi digestivi.
Nel germoglio di soia verde il carotene aumenta del 285% dopo 72 ore e la riboflavina del 100% dopo 55 ore. Nel grano la vit C ha un incremento del 600% nei primi due giorni, e la vit: E triplica in quattro giorni. Un etto di frumento germinato contiene 1100 mg di fosforo, 400 mg di magnesio, 90 mg di calcio. Nella farina bianca sono rispettivamente 86 mg, 0,5 mg, e 14 mg. I germogli sono consigliati nei casi di debolezza, astenia, deperimento, stress, senescenza precoce, demineralizzazione, crescita, rachitismo, tubercolosi, malattie croniche, allattamento. L’aumento degli acidi DNA e RNA nei germogli è molto importante. Questi acidi sono preziosi per l’attività cellulare, affinché questa si mantenga giovane e abbia una buona rigenerazione. Inoltre questi acidi aiutano a ritardare i processi biologici di invecchiamento delle cellule.

Frumento Seme Germoglio
Proteine%
12,1 25,1
Calcio
mg/100gr
41 90
Fosforo 372 1100
Magnesio 120 400
Ferro 3,3 8
Rame 0,17 1,3
Vit.
A
0,12 0,16
Vit.
B1
0,55 1
Vit
B2
0,12 2,5
Vit
PP
4,3 5
Vit
C
0 1

Vitamina B 12 mg/100 gr

Seme Dopo 2 giorni Dopo 4 giorni
Soja Verde 0,06 0,08 0,15
Lenticchie 0,04 0,04 0,23
Piselli 0,03 0,12 0,23

Aumento delle vitamine del gruppo B nell’ AVENA
dopo 5 giorni di germinazione

B1 10%
B2 1350%
PP 500%
B5 200%
B6 500%
B8 50%
Acido folico 600%
Inositolo 100%

Altri esempi:

Seme Tempo di germinazione
(in giorni)
Lunghezza ideale
(in cm.)
Alfa alfa 4 2 – 4
Fagioli 3 – 5 2- 4
Lenticchie 3 – 4 2
Frumento 3 – 4 1
Girasole 2 – 3 ¼

D’inverno i germogli sono un’ottima fonte di vitamine a basso prezzo!

I germogli di soja, ceci e frumento hanno un sapore dolce e gradevole per insalate e dolci; quelli di senape e crescione sono piccanti e possono sostituire il pepe e dare sapore ai cibi. Il fieno greco è molto aromatico e conviene usarlo nei primi giorni. L’erba medica, nota anche come alfa-alfa, è nutriente e gustosa. Ho elencato solo una serie di semi, ma tutti quelli dei legumi e dei cereali si possono fare germogliare. Sono pochi i semi che non si possono far germogliare: naturalmente quelli delle piante velenose e inoltre non si possono usare i semi dei peperoni, melanzane, pomodori e patate.
Come consumare i germogli: da soli conditi oppure con delle verdure crude, mescolati allo yogurt, tritati assieme a noci o nocciole, mandorle. Si possono anche cucinare e usare per fare dei condimenti. I germogli cotti sono indicati ai sofferenti di coliti e gastriti, e per gli anziani che hanno difficoltà di digestione.
Quanti e quando si possono usare: una bella forchettata mezzogiorno e sera va molto bene, l’importante come per tutti gli integratori non usarli in continuazione. Per venti giorni e poi sospendere per altri venti giorni, poi riprendere. Solamente se ci sono situazioni particolari il germoglio va consumato per un periodo molto lungo.

Come fare i germogli.
Prendere delle sementi di provenienza biologica, risciacquarle in un passino e poi metterle coperte di acqua in un vaso di vetro, lasciare in ammollo 2 o 3 ore se sono piccoli, almeno 6 ore se sono grossi. Per scolare l’acqua è comodo coprire la bocca del vaso con una garza e fermarla con un elastico. Buttata l’acqua dell’ ammollo, si risciacquano ancora e si sgocciolano per bene: nel vaso le sementi devono rimanere umide ma non nell’acqua altrimenti marciscono. Bisogna risciacquare le sementi almeno due volte al giorno. Questo vasetto va messo al buio e dopo pochi giorni inizia la germogliazione, e si continua a risciacquare i germogli. Se lo si desidera, i germogli possono essere messi vicini alla luce, così diventano verdi e si arricchiscono di clorofilla. Ricordo che più diventano verdi e più aumenta la cellulosa. Clorofilla ed emoglobina sono molecole dalla struttura molto simile; nel nucleo minerale la clorofilla ha il magnesio, mentre l’emoglobina ha il ferro. I germogli in un soggetto anemico portano ad un rapido aumento della quantità di globuli rossi nel sangue.

Oramai i miei figli sono grandi, qui ho cercato di ricordare il percorso che ho fatto con loro. Probabilmente mi sono scordato qualcosa e qualcuno di voi avrà certo preziosi suggerimenti da aggiungere a queste note: ben vengano!
Ai neo-genitori auguro una buona esperienza, tranquilla e serena.
Cordialmente Ferdinando Donolato.
Un ringraziamento particolare alla mia compagna Lorella che in questo percorso della nostra vita mi è stata sempre caramente vicina
Un ringraziamento anche alla Cristiana T. della Lega del Latte che mi ha corretto questo lavoro

Faccio una piccola aggiunta per i soliti problemi: calcio, ferro e proteine
E’ consolidato che i bambini che seguono questo regime alimentare, non hanno di questi problemi, a volte qualcuno vuole sentirsi più “sicuro”.

Il mio detto è ormai famoso:
se vogliamo che i bambini stiano sempre bene
c’è un solo sistema che funziona perfettamente: non farli !!!!!!

C’è un’altra soluzione di cui sono venuto a conoscenza proprio in questi giorni: organizzarci come a Taiwan. Gli asili nido aprono al lunedì mattina e chiudono il venerdì sera, così una famiglia è tranquilla il bimbo non crea problemi, di notte non disturba e si può lavorare con tranquillità e guadagnare tanto denaro.
Spero che anche in Italia non ci sia questa richiesta sindacale.

Calcio:
per integrare il calcio, si usava una volta, e tuttora moltissimi lo fanno senza raccontarlo in giro. Si usa un preparato molto semplice usando la buccia dell’uovo. Quando si mangia l’uovo si tiene la buccia, si fa seccare o all’aria o in forno, poi si triturava con il mattarello oppure una bottiglia di vetro. La “polvere” che ne esce viene posta in una ciottolina e si aggiunge o del succo di limone o dell’aceto. La “polverina” si scioglie e diventava liquida, viene poi versata o nella verdura o nella pappa. Questo è magnesio altamente assimilabile e copre con le varie trasformazioni eventuali carenze di calcio.

Ferro:
proviamo a vederlo da un’altra dimensione il ferro come simbolo di forza. L’essere umano ha delle particolarità con l’elemento il ferro, indispensabile per una nostra vita, la carenza di ferro ci porta alla malattia. Dal terzo mese il contenuto di ferro nell’embrione aumenta di un terzo (movimenti propri) “A bilanciare questo aumento interviene il contenuto di rame nel siero della madre che cresce di tre volte”. Dopo la nascita regredisce. Questa fase di “scarsità di ferro” permette al neonato di difendersi dagli agenti patogeni. Quando un corpo estraneo entra nell’organismo del neonato, i suoi pochi anticorpi lo aggrediscono immediatamente e gli sequestrano il ferro che contiene, in questa maniera il corpo estraneo viene reso innocuo. Attorno ai sette – otto mesi il bambino comincia ad avere bisogno di un apporto di ferro, ecco il momento dell’introduzione del passato di lenticchie ricche di ferro, (osservare se è il momento giusto) . A tre anni sale di nuovo (il bambino diventa “ostinato”). Verso i nove – dieci anni il ferro prevale di nuovo, è il momento che il bambino si stacca, diventa: attivo, determinato, impulsivo.
Biancaneve conobbe la mela avvelenata, le nostre sagge nonne conoscevano la mela chiodata e ci hanno tramandato questa esperienza. Quando un bambino ha le labbra bianche, e abbassando la palpebra sotto dell’occhio, questa è chiara, non bella rosea viva, è il segno evidente di carenza di ferro, che esponeva il bimbo a malattie varie. Qui interveniva la conoscenza e la saggezza delle sagge tradizioni, le nonne prendevano una mela alla sera e su questa venivano piantati una trentina di chiodi, preventivamente fatti bollire. Alla mattina venivano tolti i chiodi e la mela grattugiata e data da mangiare al bambino, con la risoluzione del problema in quasi tutti i casi. Il detto popolare nostrano per quando uno ha carenza di ferro è eloquente: “và a cuciare un caenaso rusine” (vai a leccare un chiavistello ruggine). Ci sono molte piante anche ricche di ferro, e si dimostra sempre più efficace anche l’omeopatia per riequilibrare l’organismo. Solitamente problema principale riguardo la carenza di ferro è il suo cattivo assorbimento intestinale. Questo problema si presenta solitamente quando l’intestino non funziona a dovere, per cui integrare l’organismo con ferro di varia natura, il più delle volte serve solamente a rimandare il problema. Ripristinare il polo metabolico diventa la soluzione dello squilibrio.

Proteine:
questo è grave un problema che riguarda i paesi poveri. Da noi se approfondiamo i consigli alimentari per i bambini in questa fase, troviamo che questi vengono letteralmente imbottiti di proteine. Diversi studi dimostrano che i bambini prendono fino a tre volte tanto il loro fabbisogno naturale. Per questo crescono in fretta. La contropartita, per fare solamente un esempio, l’eccesso delle proteine non viene accumulato dall’organismo ma trasformato prima in ammoniaca e poi in urea ed espulsa tramite i reni. I reni sono in formazione, e il sovraccarico di lavoro che questi organi devono sopportare è notevole. Con che conseguenze? Forse c’è un collegamento con l’aumento dei casi di dialisi? E questo è solamente un aspetto del problema. La corretta quantità giornaliera di proteine rende i bambini più longilinei e con una massa muscolare compatta e non floscia, come si vedono in tanti bambini.

Qualcuno ha suggerimenti altre informazioni: ben vengano e grazie.