Polio

Magnesio

“Il magnesio (Mg) è un importante componente della cellula, nella quale partecipa all’equilibrio acido-basico, ai fenomeni di ossidoriduzione e alla permeabilità (nutrimento ed espulsione dei rifiuti), ovvero alla respirazione cellulare.
Partecipa anche al metabolismo delle proteine, dei carboidrati e dei grassi.
Rafforza le difese organiche, stimolando la fagocitosi e contribuendo al sistema properdina-complemento che è indispensabile all’azione degli anticorpi sugli antigeni e alla distruzione di questi ultimi.
E’ presente nelle ossa (65-70% del totale), dove assicura il giusto rapporto tra calcio e fosforo.
Ha anche azione antinfiammatoria e sembra proteggere dalle radiazioni.
E’ indicato nella anafilassi e nelle allergie.
Alcuni terapeuti lo hanno impiegato nelle malattie microbiche e virali: tonsillite, influenza, bronchite cronica, poliomielite (Neveu).
Protegge il cuore, il fegato, i reni, i polmoni; previene l’adenoma della prostata, le palpitazioni cardiache, il cattivo funzionamento della vescichetta biliare, le dispepsie causate da difetti di peristalsi (Mirce).
In una indagine effettuata su 24 mila casi di cancro (in particolare di cancro gastrico), si è stabilita l’efficacia della funzione anticancro del magnesio.
Dove il suolo e l’acqua potabile sono ricchi di magnesio (come attorno al lago di Sevan, in Armenia), i casi di cancro allo stomaco sono rari (Bazikian).
Inoltre purifica il sangue, distende il sistema nervoso, ritarda l’invecchiamento naturale e previene la senescenza precoce.
Serve a trattenere il potassio e ad attivare la vitamina B6.
Deve essere assunto in rapporto di 1:2 con il calcio alimentare.
Se è in difetto nel rapporto con il calcio, si ha predisposizione alla calcolosi.
Il magnesio interagisce anche con il sodio: il loro rapporto è un indicatore dell’efficienza delle ghiandole surrenali.
Il rapporto ideale sodio-magnesio è di 4,16.
Il magnesio è molto utile alle donne che usano anticoncezionali o in gravidanza.
La sua carenza provoca ipereccitabilità, ansia, turbe psichiche e nervose.
Molti autori hanno descritto un quadro completo dei fenomeni originati dalla carenza magnesica: arteriosclerosi, disturbi cardiaci come aumento delle pulsazioni e dolore anginoso, turbe viscerali (diarree, nausee, vomito), disfunzioni muscolari come torpore, formicolio alle mani, fragilità delle unghie e dei capelli, crampi.
Alcuni ricercatori hanno ricondotto anche alla carenza di magnesio e di calcio la strana ipereccitabilità dei bambini di oggi.
L’alimentazione chimica, infatti, il cibo raffinato e le tracce di pesticidi impoveriscono di questo sale tutti gli alimenti.
L’alcol ne favorisce l’eliminazione.
Calcio, proteine, fosforo e vitamina d ne facilitano l’assorbimento.
[…]

Dose giornaliera raccomandata: 340 mg.
(tratto da Nico Valerio, L’alimentazione naturale, Oscar Mondadori— libro consigliato vivamente a tutti!)

Cloruro di magnesio: citofilassi

1. La fagocitosi

La fagocitosi è la proprietà che hanno certe cellule di cercare, inglobare e distruggere, digerendoli, dei micro-organismi generatori più o meno gravi (microbi, virus) che sono penetrati nel sangue.
Incaricati di questa lotta sono le legioni di valorosi leucociti (globuli bianchi).
La citofilassi è l’azione esercitata da certe soluzioni saline naturali (acque minerali) o artificiali sui globuli bianchi, e che rinforza la loro azione.
Il Pr. Paul Delbet scoprì, nel 1915, il ruolo che poteva giocare il Cloruro di magnesio sull’accrescimento del potere di difesa dei fagociti (più di 300%).
Il Magnesio non è un farmaco vero e proprio, ma un elemento prezioso nella lotta contro l’infezione; il suo interesse è accresciuto dalla povertà dei suoli attuali di magnesio, come dalle tecniche alimentari moderne che ne riducono la quantità nella nostra alimentazione (raffinamento del grano e del riso, dello zucchero, ecc.), da cui derivano numerose carenze.

2. Come procedere?

In caso di bisogno, procurarsi in farmacia due o tre sacchetti da 20 g di cloruro di magnesio (si può tenerne nel proprio armadietto dei medicinali, ma non in grosse quantità poiché è igrometrico).
Fare sciogliere il contenuto del sacchetto in un litro d’acqua minerale leggera e, se vi è grande urgenza, di acqua del rubinetto.
Dare al malato 125 cc (1/8 di litro) della soluzione, in cinque minuti (in una o più volte).
2 h dopo, seconda somministrazione di 125 cc. Questa dose è da ripetere in seguito ogni 6, 8 o 12 h, secondo la gravità del caso.
Al di sotto dei 5 anni, ogni somministrazione della soluzione sarà di 100 cc, o 80 cc, o 60 cc, secondo l’età.
Intercalare i rimedi omeopatici consigliati; dare i granuli o le gocce 1/2 h prima delle somministrazioni della soluzione e 1 h dopo.
Nei casi in cui una citofilassi può convenire, dei composti di magnesio sono segnalati nelle malattie in causa, Bio-Mag, ecc.

3. Applicazione della citofilassi

Citiamo tra i numerosi casi: Angoscia, Angina, Bronchite, Broncopolmonite, Cancro (eccetto il cancro digestivo), Corizza, Crampi, Difterite, Dismenorrea, Studente, Meningite, Faringite, Poliomielite, Prostata, Senescenza, Tetania, Verruche, Vertigine, Zona, ecc.

4. Contro-indicazioni (rare).

Cancro digestivo, Dispepsia, Ipercloridria, Insufficienza renale.

5. v.: Oligo-elementi, cap. I e III, Iper – e Ipomagnesemia.

6. Letture consigliate: Raul Vergini, La Magnesioterapia, in Empedocle, 17-18, 1986.” (tratto da Louis Pommier, Dizionario omeopatico d’urgenza, IPSA Editore — libro consigliato vivamente a tutti!)

Il cloruro di magnesio, una volta diluito in acqua, va conservato in una bottiglia di vetro e dura moltissimo.
Attualmente la quantità del magnesio nei cibi e nel terreno è ancor più diminuita, per cui molti consigliano non più 20 g ma 27 g in un litro d’acqua.

Consigli pratici: consigli di un medico per chi si ammala di poliomielite
Come utile contributo ai genitori che possono sentirsi “scoperti” nel caso in cui il loro figlio si ammali di difterite, poliomielite o tetano, ed anche ai medici che non avranno certamente avuto l’occasione di studiarlo sui libri di testo, pubblichiamo sintetizzato, ma integrale nelle parti riguardanti le malattie infettive, l’articolo del dottor Raul Vergini sulla magnesioterapia (trattamento citofilattico delle malattie infettive).
(da, No alle vaccinazioni obbligatorie, suppl.
a Medicina Democratica n. 66)

L’elemento Magnesio

1. Fisica e chimica

Il Magnesio (simbolo Mg, numero atomico 12, peso atomico 24,32) è un metallo bianco-argenteo, leggero (peso sp.
1,7), duttile e malleabile; fa parte del secondo gruppo del sistema Mendelejev.
E’ piuttosto abbondante in natura, dove non si trova mai allo stato puro, ma sempre in combinazione.
Molti composti di Magnesio tendono a formare sali doppi (il Mg è sempre bivalente); i suoi sali sono incolori ed hanno il caratteristico sapore amaro.
I principali sono il Cloruro di Magnesio, il Solfato di Magnesio, il Fluoruro di Magnesio, il Bromuro di Magnesio, lo Ioduro di Magnesio.

2. Biologia e medicina

Nel mondo vegetale il Magnesio ricopre un ruolo fondamentale.
Esso, infetti, entra nella costituzione della clorofilla, grazie alla quale è possibile l’aerobiosi e la vita vegetale, e, di conseguenza, quella animale e umana.
La foglia, grazie alla clorofilla, può assorbire e decomporre (alla luce) l’anidride carbonica e produrre ed emettere ossigeno, con contemporanea formazione di glucidi.
In pratica trasforma l’energia solare in energia chimica.
La clorofilla bruta è un insieme di pigmenti colorati; essa è composta da un pigmento rosso: il carotene, da pigmenti gialli: le xantofille, e da due pigmenti verdi: le clorofille A e B.
La formula della clorofilla è C55 H72 N4 O5 Mg.
Essa quindi è una grossa molecola contenente la tetrade organica fondamentale (Carbonio, Idrogeno, Azoto ed Ossigeno) più un metallo, il Magnesio.
La sua struttura è caratterizzata da un nucleo tetrapirrolico con al centro un atomo di Magnesio.
Un analogo nucleo tetrapirrolico si ritrova nella molecola dell’Emoglobina, nella quale però l’atomo centrale di Mg è sostituito dal ferro.
Il corpo umano contiene circa 25 g di Magnesio, di cui il 99% è intracellulare, contenuto essenzialmente nei tessuti osseo, muscolare, cerebrale ed in certi organi come fegato, reni e testicoli.
Esso è necessario alla sintesi ed alla utilizzazione dei legami ricchi di energia e dei trasportatori di elettroni, ed è il più potente attivatore di enzimi.
Fisiologicamente svolge un ruolo molto importante nell’eccitabilità neuromuscolare.
Nei testi di medicina il fabbisogno quotidiano di Magnesio è stimato in circa 6mg/Kg, considerando le perdite ed il mancato assorbimento attraverso l’intestino, l’eliminazione urinaria e quella tramite il sudore (che contiene 6 mg/l di Mg).
In realtà il fabbisogno sembra essere ben maggiore, e noi consigliamo di introdurre almeno 9-10 mg/Kg per l’adulto in attività media, 10 mg/Kg per l’intellettuale, 11 mg/Kg per l’anziano e 11-12 mg/Kg per la donna incinta.
In questo modo si raggiungono razioni quotidiane di 630-840 mg di Magnesio, quantità certamente maggiori dei 420 mg consigliati dalla scienza ufficiale, ma ancora lontane dai 1200 mg dei prigionieri d’Egitto e più ancora dai 1500-1800 mg consumati ogni giorno dai contadini egiziani negli anni 30 i quali, secondo una indagine eseguita da Schrumpf-Pierron nel 1932, avevano una mortalità per cancro in generale 10 volte minore e per cancro allo stomaco ben 50 volte minore di quella delle popolazioni dei paesi più civilizzati d’Europa e d’America.
Essi godevano di una salute e di un vigore invidiabile e non esistevano, tra loro, né malattie degenerative né le nostre comuni malattie infettive.

3. Il cloruro di magnesio

Fra i vari sali di magnesio esistenti, quello su cui si basa la citofilassi è il cloruro.
Il cloruro di magnesio ha formula Mg Cl2 e peso molecolare 95,23.
Esso si trova in gran quantità nell’acqua di mare (il Mediterraneo ne contiene 7,59 per litro).

Esiste in tre forme principali

a) Cloruro di Magnesio cristallizzato: ottenuto dall’evaporazione dell’acqua di mare, questo cloruro cristallizzato contiene sei molecole d’acqua (Mg Cl2 6H2O).
Ha peso molecolare 203,33.
Contiene sale anidro 46,84% e H2O 53,16%.
Questo è il solo cloruro di magnesio iscritto alla Farmacopea Ufficiale.
E’ igroscopico e molto solubile in acqua; se non è conservato al riparo dall’aria, assorbe umidità e diviene una sostanza mielosa, poi sciropposa difficilmente maneggiabile e di cui è poi impossibile stabilire il tenore esano di Mg Cl2.

b) Cloruro di Magnesio essiccato: si ottiene riscaldando a 100 gradi il precedente, cosicché perde due molecole d’acqua e diventa Mg Cl2 4H2O.
Ha peso molecolare 167,3.
Contiene sale anidro 56,92% e H2O 43,08%.
E’ il cloruro di magnesio disseccato della Farmacopea Tedesca.
In Francia con questo nome si vende un prodotto etichettato “granulato” o “polverizzato” la cui formula è Mg Cl 2 4,5H2O, e la sua composizione è vicina a sale anidro 54% e H2O 46%.
Produrre cloruro a meno di 4 molecole d’acqua è piuttosto difficile e costoso e non riveste un particolare interesse pratico.

c) Cloruro di Magnesio anidro: a maggior ragione è difficoltoso preparare un cloruro di magnesio anidro per disidratazione di un sale idrato.
Il sale anidro inoltre non riveste alcun interesse terapeutico.
Per uso industriale si ottiene per clorurazione dell’ossido di magnesio in presenza di carbone.

Sotto qualsiasi forma si trovi, il cloruro di magnesio è molto igroscopico e deliquescente, e va conservato in recipienti ben chiusi e al riparo dell’umidità pena l’impossibilità di stabilire l’esatta quantità di Mg Cl2 contenuta.

La citofilassi di Pierre Delbet

1. Le origini

Verso la fine del secolo scorso l’antisepsi, basata sulle idee di Pasteur, aveva trasformato la chirurgia.
Il metodo era diviso in due parti: da un lato la sterilizzazione degli strumenti e delle mani, e dall’altro, l’azione degli antisettici sulle ferite.
Se la prima parte era indiscutibile, la seconda non convinceva affatto il giovane chirurgo Pierre Delbet.
Nella introduzione alla sua opera “Politique Préventive du Cancer” (Maison-Afort, La Vie Claire, 1978) egli stesso racconta a grandi linee la storia appassionante del suo lavoro.
Da questo sono tratte tutte le citazioni di questo capitolo.
Pierre Delbet sosteneva che un organismo si difende contro gli agenti infettivi, che le sue cellule sono adatte ereditariamente a questa lotta.
Se queste cellule sono sensibili agli antisettici, il lavaggio delle ferite, nel distruggerle, diminuirà la resistenza dell’infezione stessa.
Se poi esse sono più sensibili dei microbi, soccomberanno in numero maggiore a questi, e l’infezione verrà così facilitata.
Se è vero che un organismo è tanto più delicato quanto più è perfezionato, è possibile che i batteri, organismi elementari, resistano meglio delle cellule dell’organismo all’azione degli antisettici.

Nel 1891 Delbet dimostrò sperimentalmente che il lavaggio del peritoneo con gli antisettici favoriva l’infezione.
In seguito, grazie a Terrier e Quénu, l’asepsi ebbe la meglio sull’antisepsi.
Abbandonati gli aleatori disinfettanti chimici, gli strumenti chirurgici, i guanti e le garze vennero più efficacemente sterilizzati col calore.
Nonostante questo, la maggior parte dei chirurghi continuava a “lavare” le superfici operate con soluzioni antisettiche prima di suturarle.
In quegli anni tutte le ferite chirurgiche venivano drenate, non si facevano mai suture ermetiche.
Delbet sosteneva che gli antisettici, mortificando i tessuti, erano i responsabili delle escrezioni che fuoriuscivano dalle ferite, anche le più asettiche.
Dimostrò quanto sosteneva suturando, senza drenaggio, la vasta ferita di amputazione di un arto.
Non ci fu la minima suppurazione, la ferita guarì perfettamente.

Durante la guerra Delbet ispezionò molti ospedali, e poté constatare i risultati deludenti del trattamento antisettico delle ferite.
Scrisse, insieme al Prof.
Fiessinger, un grosso volume intitolato “Biologia delle Ferite di Guerra”, dove dimostrò che nel pus la maggior parte degli antisettici perde ogni potere battericida e che, in certe condizioni, essi favoriscono addirittura lo sviluppo dei microbi.
Spaventato dai pericoli dell’antisepsi e desolato dalla passività dell’asepsi, Delbet si propose di trovare una sostanza capace di esaltare la vitalità delle cellule.
“Mentre l’antisepsi mira ai microbi ed uccide le cellule, io sognavo — ci dice — di aumentare la resistenza delle cellule, affinchè possano trionfare sui microbi”.

Il ruolo fondamentale dei globuli bianchi nella lotta contro l’infezione era noto a tutti, e Delbet scelse queste cellule come test nelle sue ricerche.
Ben presto ebbe la fortuna di accorgersi che una soluzione di cloruro di magnesio, ad un tasso determinato, aumentava notevolmente il loro potere fagocitario.
Egli chiamò questo metodo, che data 1915, citofilassi.
La parola, che significa protezione delle cellule, è mal scelta; Delbet avrebbe voluto cambiarla con un termine che significasse “esaltazione delle cellule”, dato che proprio questa esaltazione era lo scopo che essa si proponeva, ma il termine citofilassi rimane.

Pierre Delbet riassunse le esperienze che lo portarono a questi risultati in due comunicazioni: una all’Accademia delle Scienze fatta il 6.9.1915, l’altra all’Accademia della Medicina, di cui era membro, fatta il 7.9.1915. Ritenendo questi documenti molto importanti, ne riproduciamo alcuni passaggi.

Lo studio comparativo delle soluzioni di Mg Cl2 in tassi variabili dal 10 al 20% mostra che l’aumento delle fagocitosi ha due massimi: uno tra il 16 e il 20%, l’altro, meno elevato, al 12,1%.
E’ una sorta di punto critico che può essere dovuto alla proporzione degli ioni.
Con lo scopo di verificare se l’azione dimostrata “in vitro” si mantenesse “in vivo”, Delbet fece altri esperimenti che comunicò all’Accademia di Medicina:

a) Azione citofilattica del cloruro di magnesio (comunicazione fatta all’Accademia di Medicina il 7 settembre 1915 con la collaborazione di Karajanopoulo): “Con una serie di ricerche comunicate all’Accademia delle Scienze, abbiamo constatato che la soluzione di cloruro di magnesio al 12,1% accresce in maniera enorme la potenza fagocitaria dei globuli bianchi…Abbiamo constatato questi fatti con esperienze “in vitro”.
Con altri esperimenti abbiamo cercato di scoprire se l’azione citofilattica della soluzione indicata si mantiene nell’organismo.
Abbiamo iniettato 150 cm ³ di questa soluzione nella vena safena di un cane di 16 Kg, facendo un primo prelievo di sangue prima dell’iniezione, ed un secondo 35 minuti dopo.
Poi abbiamo dato a fagocitare ai globuli bianchi dei batteri provenienti dalla stessa coltura.
500 polinucleati del primo prelievo hanno fagocitato 245 microbi, 500 polinucleati del secondo prelievo ne hanno fagocitati 681.
L’aumento sotto l’effetto del Mg Cl2 è stato del 180%.
In questo esperimento, l’azione del cloruro di magnesio sui globuli bianchi si è prodotto nel sangue circolante, ma le fagocitosi si sono fatte “in vitro”.
Abbiamo cercato di realizzare un esperimento in cui entrambi i fenomeni si riproducessero nell’organismo.
La tecnica dell’esperimento è troppo complicata perché sia possibile riassumerla qui.
Essa ha permesso di raccogliere simultaneamente dei globuli bianchi dello stesso animale, globuli aventi già fagocitato e di cui gli uni avevano subito, a differenza di altri, l’azione del cloruro di magnesio.
I risultati di questo esperimento sono notevolissimi.

b) Esempio I: 500 polinucleati normali hanno fagocitato 71 colibacilli.
500 polinucleati sottoposti all’azione del Mg Cl2 ne hanno fagocitati 308.

c) Esempio II: 500 polinucleati normali hanno fagocitato 387 microbi (piocianei e cocchi).
500 polinucleati sottoposti all’azione del Mg Cl2 ne hanno fagocitati 872.
Nella seconda esperienza l’aumento è stato del 129%, nella prima del 333%.
Così non solo l’azione citofilattica del Mg Cl2 si esercita anche nell’organismo, ma qui è ben più intensa che in vitro.
L’effetto sembra essere tanto più marcato quanto i globuli sono più vicini alle loro condizioni normali.
Questa potente azione è dunque utilizzabile in terapia.
La soluzione non è tossica; ne ho iniettata ad animali, nel tessuto cellulare, nel peritoneo e nelle vene.
Queste ultime iniezioni sono più dimostrative.
Ne ho fatta una di 150 cm ³ nella vena safena di un cane di 16 Kg e una di 100 cm ³ nella vena auricolare di un coniglio di 2,5 Kg.
Nell’uomo non ho ancora avuto occasione di fare iniezioni endovenose; non esiterei comunque a ricorrervi in caso necessario.
Come medicazione e iniezioni sottocutanee, la soluzione di Mg Cl2 mi è parsa efficace.
Giudico che mi abbia permesso di salvare la coscia di un soldato, che mi ero deciso di amputare, per una artrite del ginocchio con frantumazione della rotula e del condilo esterno del femore”.

2. I primi passi: azione del cloruro di magnesio sull’organismo

Delbet cercava una soluzione per il lavaggio delle ferite e l’aveva trovata.
Allora la soluzione di Mg Cl2 non era altro che un metodo di medicazione locale.
Le nuove esperienze sull’azione del cloruro di magnesio dentro l’organismo facevano sospettare una possibile attività favorevole in affezioni interne; forse altre cellule, oltre ai globuli bianchi, potevano beneficiare di questa azione stimolante.
L’estensione dell’uso del metodo citofilattico fu comunque dovuta al caso.
Delbet utilizzava spesso, nei feriti più gravi, iniezioni endovenose.
Un giorno si ritrovò di fronte ad un ferito molto grave che rifiutava le iniezioni.
Delbet suggerì alle infermiere di provare la soluzione per via orale.
A queste parole esse sorrisero e dissero che loro stesse ne prendevano tutte, da molto tempo.
Delbet si stupì e ne chiese il motivo.
Gli fu risposto che, avendo notato che i malati a cui iniettavano la soluzione ne provavano una sorta di benessere generale, esse avevano provato a berla per cercare di riprodurre lo stesso effetto, e così era stato.
Sostenevano, infatti, di ottenere una sensazione di euforia, di resistenza alla fatica che le faceva lavorare con più gioia.
Il cloruro di magnesio aveva dunque un’azione sullo stato generale.
Ben presto, a causa delle sue proprietà, quella che era chiamata “la medicina del prof.
Delbet”, si diffuse ad un gran numero di persone.
Successe allora un altro fatto molto importante.
Molte persone che prendevano regolarmente il cloruro di magnesio per il suo effetto tonico, e che soffrivano di diverse affezioni, si accorsero che queste scomparivano.
Al prof.
Delbet giunsero così notizie di guarigioni estremamente varie e completamente inaspettate.
Fu quindi spinto a studiare l’azione di questo sale sulle varie parti dell’organismo.
Risultati di notevole interesse vennero osservati su alcune patologie dell’apparato digerente, del sistema nervoso, della cute, della vecchiaia, nella resistenza alla tossicità degli anestetici e nell’azione antianafilattica.

Va fatto notare che l’effetto benefico del cloruro di magnesio su tutti i disturbi fin qui elencati, dura soltanto finché se ne continua la somministrazione, cessando al cessare questa.
Il motivo di tutto ciò va ricercato nel fatto che i sali alogeni di magnesio, come sempre ebbe a chiarire Delbet, non vanno considerati dei medicamenti, ma degli alimenti, la cui carenza provoca disturbi vari, e questa carenza, come vedremo, va crescendo nei paesi più civilizzati.
Sorprendenti furono pure i risultati della ricerca sull’azione preventiva del Mg Cl2 verso il cancro…(rimandiamo gli interessati al testo “Politique Preventive du Cancer” di P. Delbet, cit.)

Cosa fare

Come si può ottenere l’aumento della razione quotidiana di magnesio auspicato da Delbet? Ci sono due possibilità:

1. Il metodo artificiale: consiste nell’ingerire il cloruro di magnesio, sotto forma di soluzione, in dosi sufficienti per contrastare la carenza. Questo metodo non è pienamente soddisfacente, e perché coloro che ne beneficeranno saranno sempre una minoranza, e perché è assurdo doversi procurare dal farmacista, come rimedi, sostanze che ognuno dovrebbe assorbire semplicemente con i prodotti di cui si nutre.

2. Il metodo naturale: è quello auspicato da Pierre Delbet. Poiché la carenza di magnesio è dovuta ad errori della civilizzazione, si dovranno correggere questi errori. Bisognerà avere un pane convenientemente mineralizzato, utilizzando grano ricco di Mg O (almeno 2 g/Kg), e relativamente povero in potassio. Si dovrà vietare un abburattamento al di sotto dell’80%. Si tornerà integralmente al processo di panificazione di un tempo, cioè macine di pietra, lievito naturale di frumento e, possibilmente, forni a legna.
La riforma del pane dovrà essere completata dalla riforma dell’agricoltura.
Analisi di vari prodotti vegetali hanno dimostrato che la quantità di minerali presenti varia in maniera enorme a seconda del terreno su cui crescono e dei concimi somministrati.
Inoltre tutti i concimi attualmente usati provocano una perturbazione pericolosa dell’equilibrio minerale, alterando profondamente i rapporti K/Mg e K/Ca.
E’ necessario inventare concimi che invertano questa tendenza.
Sarà infine necessario tornare al sale marino di un temo, integrale e non lavorato, particolarmente ricco in magnesio, malgrado il leggero inconveniente della sua igroscopicità.

Attendendo queste modifiche potremo correggere parzialmente lo squilibrio con il cloruro di magnesio; ma a questo proposito il Prof. Delbet scrisse “la somministrazione di sali alogeni di Mg non corrisponde affatto a ciò che speravo.
E’ un mezzo individuale, utile transitoriamente, ma non è la soluzione sociale della profilassi del cancro, ed è la soluzione sociale quella cui io ho sempre mirato.
Ho detto e ripetuto all’Accademia della Medicina che il Ministero dell’Agricoltura dovrebbe essere unito a quello della Sanità; poiché è evidente che nessuna attività umana ha tanta influenza sulla salute quanto quella il cui scopo è fornire degli alimenti”.
Ed è proprio per la soluzione sociale che sognava che Pierre Delbet, ad oltre 80 anni di età, scrisse il suo “Politique Preventive du Cancer” e l’opuscolo “L’agricolture et la Santé”.
Quest’ultimo è indirizzato al grande pubblico, affinché tutti sappiano che “la frequenza e la gravità di molte malattie è aumentata da una agricoltura mal diretta…questa nozione è triste, ma anche consolante perché è facile rimediare ai difetti dell’agricoltura” cosa che non si esiterà a fare “quando agricoltori e consumatori capiranno che i loro interessi sono comuni”.
E termina scrivendo: “se il rimedio non fosse stato vicino al male, non avrei scritto questo libro”.

Terapia magnesiaca parenterale

In certi casi può essere utile, o addirittura indispensabile, somministrare la soluzione per iniezione (intramuscolare o endovenosa) anziché per via orale.
Ovviamente, è necessario che la soluzione sia precedentemente sterilizzata.
E’ consigliata una soluzione al 25% di cloruro di magnesio “essiccato” in acqua distillata o, meglio, Plasma di Quinton (acqua di mare raccolta in condizioni particolari e resa isotonica), secondo la formula seguente:

* cloruro di magnesio essiccato gr 25
* Acqua distillata o Plasma di Quinton cm³ 100.

Si facciano iniezioni da 10 a 20 cm³, una o due volte al dì.
Si utilizzino aghi molto fini, in modo che una dose di 10 cm³ venga iniettata in 8-10 minuti, e una dose di 20 cm³ in 15-20 minuti.
Nei casi meno gravi si utilizzi la via intramuscolare, in quelli più gravi la via endovenosa.
Sono state riportate parecchie affezioni nelle quali il cloruro di magnesio somministrato per via parenterale ha prodotto risultati spettacolari.
Tra questi notiamo: le crisi d’asma, l’orticaria, l’herpes zoster (fuoco di S. Antonio), l’Edema di Quincke (varietà di orticaria che si localizza spesso sulle mucose e la cui forma laringea è particolarmente pericolosa a causa della possibilità di soffocamento per edema della glottide), l’herpes Oculare, il prurito, l’astenia ribelle, lo stato di shock, i morsi di vipera, la rabbia il tetano.
Negli stati di shock è utile unire al cloruro di magnesio anche il tiosolfato di magnesio (vecchio iposolfito), secondo la formula seguente:

* cloruro di magnesio gr 5
* tiosolfato di magnesio gr 5
* Acqua distillata (o P. di Quinton) cm³ 100.

Un’iniezione al giorno, di 10 cm³, mediante aghi molto fini (iniettare in 8-10 minuti).
Nei casi di morsi di vipera le iniezioni agiscono come sicurezza supplementare, oltre alla soluzione per via orale (125 cm³ ogni tre ore per 48 ore), e al lavaggio della ferita con soluzione di Delbet (Mg Cl2 al 12,1%).
Oltre ad essere superiori al siero antivipera e senza tossicità, le soluzioni di magnesio riducono i rischi del siero stesso, se questo viene somministrato.

Nella rabbia, dove il vaccino non procura affatto una protezione sicura, il trattamento magnesiaco, instaurato immediatamente, può intervenire positivamente, per lo meno quando il morso è molto lontano dal cervello: Si utilizzi la via endovenosa, 2 iniezioni al giorno, ognuna di 10 cm³ della soluzione al 25% di cloruro di magnesio; da prolungarsi per almeno 21 giorni (Lautié).

Nel tetano è sempre la via endovenosa quella da utilizzare: 2 iniezioni al dì, mattina e sera, ognuna di 20 cm³ della soluzione al 25%, per alcuni giorni.
Questa terapia è assolutamente atossica, è più sicura del siero antitetanico.
Sono stati riportati casi di tetano molto gravi, di 2 o 3 giorni, in cui il malato era già completamente rigido.
Le iniezioni di cloruro di magnesio hanno provocato una decontrattura immediata, e, dopo 3 o 4 giorni di terapia, il paziente ha potuto lasciare l’ospedale completamente guarito.”