Difterite

La difterite è una malattia batterica.

Il microorganismo responsabile, “Corynebacterium Diphteriae”, era un paio di generazioni fà molto temuto e non a torto in quanto causava una delle malattie infantili più problematiche:
la difterite.
La Difterite (dal greco Diftera, pelle conciata o pergamena) è conosciuta e descritta fin dal primo secolo d.C. E’ una malattia tossinfettiva acuta, contagiosa, a causa di un battere che penetrato nell’organismo, si fissa generalmente sulle vie aeree causando delle manifestazioni locali come arrossamenti, edemi, essudazione fibrinosa. La tossina del batterio, invece, a distanza, passando in circolo, si diffonde con rapidità causando alterazioni e manifestazioni tossiche generali.
La tossina difterica ha la caratteristica di inibire la sintesi dei tessuti provocando necrosi a tutto vantaggio dei germi e della produzione di altre tossine.
La malattia incuba circa una settimana. Esordisce con diminuzione dell’appetito, poca febbre, ingrossamento delle ghiandole linfatiche sottomascellari, arrossamento delle tonsille, e formazione di un essudato biancastro sierofibrinoso che aderisce fortemente alle mucose.
La localizzazione laringo-tracheale della difterite può causare il cosiddetto “coup”, ovvero, delle crisi di asfissia per occlusione del lume della laringe a causa delle pseudomenbrane.

Il vaccino ha sconfitto la difterite? No!

I dati dell’ OMS parlano chiaro dove non c’è stata vaccinazione di massa la difterite è diminuita maggiormente. Che cosa è accaduto nelle capitali europee durante l’anno dell’acme epidemico e nei quattro successivi (1945/49).
A Berlino (dopo l’abbandono della vaccinazione obbligatoria) la mortalità è diminuita dal 74,8% al 1,9% su 100.000 abitanti, Hitler aveva reso obbligatorio il vaccino antidifterico (1941) e i casi di difterite nei tre anni successivi sono aumentati del 17% circa.
Da notare che il 50% di tutte le persone che contraggono la difterite sono state opportunamente vaccinate.

In seguito ad una vaccinazione antidifterica praticata nel 1925 ad un gruppo di reclute francesi era risultato: che la vaccinazione aveva avuto l’effetto inaspettato ma evidente di provocare fra i vaccinati la comparsa della difterite con una frequenza undici volte maggiore che fra i non vaccinati. Tuttavia l’-Academie de Médicine- dichiarò “che detta vaccinazione aveva fornito
la prova della propria efficacia e innocuità”. Per cui: “l’Academie de médicine richiede agli organi dello Stato che tale procedura venga applicata sistematicamente sui bambini e in particolare su quelli che frequentano le scuole…” ecc.

Prendiamo in considerazione le conseguenze di questa legge iniqua in base ai dati della statistica ufficiale: L’incidenza della difterite, che nel 1940 ammontava a 13.795 casi, salì nel 1943 a 46.750, nel 1944 a 41.500 e nel 1945 a 45.500 casi, mentre la mortalità fra i vaccinati era da due a quattro volte più elevata rispetto a quella dei non vaccinati. Fra il 1940 e il 1946 ci furono 150.000 casi di difterite in più rispetto al numero usuale dei casi che si verificavano negli anni precedenti all’introduzione della vaccinazione antidifterica, e oltre 15.000 decessi di bambini uccisi, anzi è più esatto dire assassinati dall’anatossina (Coulter Vaccinazioni 1996 pag.346)

La difterite si può curare tranquillamente sia con gli antibiotici sia con cure alternative.

La sezione di biologia (Bureau of Biologics Usa) e la FDA in un rapporto ufficiale concludevano: “la tossina difterica non è tanto efficace come agente immunizzante quanto si credeva”.
I ricercatori ammisero che la difterite poteva insorgere anche nei soggetti vaccinati, e osservarono che la “durata dell’immunità indotta dalla tossina rimane una faccenda aperta”.

Attualmente nei paesi occidentali la malattia è quasi sconosciuta, in Italia dal 1990 al 1995 ci sono stati quattro casi e tutti curati perfettamente.

Perché si continua a vaccinare se si sa che questo vaccino non funziona poi tanto?
Forse si vaccina per gli effetti collaterali?
Oltre a quelli scritti sul foglietto illustrativo sono: allergie, disturbi respiratori, asma, danni al sistema nervoso centrale, disturbi psichici turbe nervose, epilessia, predisposizione al cancro, reumatismi articolari, diabete, nefriti, encefaliti, otiti.

Attualmente la difterite è endemica in Russia, paese super vaccinato (sette vaccini obbligatori tra i quali l’anti difterite), ancora una volta si dimostra che oltre alla vaccinazione la fame e la cattiva situazione igienica sono le responsabili di queste epidemie.

Pensaci, valuta i rischi e i “benefici” poi fai la tua scelta ricordati comunque tuo figlio rimane sempre tuo figlio,99m ù in salute e in malattia chi lo segue alla fine sei sempre solo tu!!!

Ancora il caso

Pierre Delbet utilizzava il cloruro di magnesio alle dosi di gR.1,20-2,40 al giorno.
Vedremo ora come il Dott. Neveu, aumentando notevolmente le dosi, ottenesse dei risultati spettacolari nelle malattie infettive.

E’ il 1932, il Dott. Niveu, medico di campagna nella Charente-Maritime si reca al capezzale della piccola Ghislaine L., colpita da un’angina sospetta.
Dopo aver effettuato un prelievo da inviare al laboratorio, supponendo di dover presto ricorrere al siero antidifterico, egli somministra alla bambina una soluzione di cloruro di magnesio, con lo scopo di ridurre le eventuali reazioni anafilattiche del siero stesso.
All’indomani, quando giungono i risultati delle analisi, peraltro positivi per il bacillo di Loeffler, la piccola Ghislaine è già guarita.
Il dottor Neveu resta piacevolmente sorpreso da questa guarigione, che non esita ad attribuire al cloruro di magnesio.

Non avendo il Mg Cl2 alcuna azione antibatterica o antisettica, l’efficacia non può che essere aspecifica, dovuta alla citofilassi, cioè alla esaltazione delle difese naturali dell’organismo.
Nei mesi seguenti il Dott. Neveu tratta altri 5 casi di angine difteriche, di cui uno particolarmente grave, col cloruro di magnesio, e tutti guariscono rapidamente.

Negli anni seguenti egli tratterà allo stesso modo, e sempre con lo stesso successo oltre 60 casi di difterite, senza mai utilizzare il siero.
Passano oltre 10 anni; nel 1943, allorché le circolari del Consiglio dell’Ordine dei Medici annunciano che il siero antidifterico scarseggia, Neveu crede sia suo dovere far conoscere ai colleghi il trattamento di cui ha oramai provato l’efficacia.
Raccoglie le osservazioni cliniche e gli esami di laboratorio di quattro nuovi casi, di cui 3 particolarmente gravi, li unisce ai precedenti e li invia all’ispettore Medico della Sanità per la Charente-Maritime.
Di qui giungono poi al Direttore Regionale della Sanità di Poitiers.
Su loro consiglio il Dottor Neveu pubblica una nota sul trattamento della difterite col cloruro di magnesio su “Le Concours Medical” del 1.1.1944, esponendo i suoi ultimi 4 casi.
Un’altra nota la pubblicherà sul numero del 15.4.1944.
Numerosi colleghi leggono gli articoli, provano la terapia e, dopo averne notato i benefici, scrivono al dottor Neveu lettere entusiastiche e riconoscenti.

L’ostruzionismo della scienza ufficiale

Ma Neveu non è ancora soddisfatto.
Visti gli insuccessi della vaccinazione resa obbligatoria nel 1938, vista la catastrofe degli anni 1943-44, desidera ardentemente che il suo metodo sia reso ufficiale presentandolo all’Accademia della Medicina.
Neveu era da tempo in contatto con Delbet, e pensa che questi sia la persona giusta, essendo membro dell’Accademia stessa, per divulgare il trattamento.
Ma la realtà è molto più amara.
Le seguenti lettere, scritte da Delbet a Neveu, mostrano la assurda e stupefacente ostruzione che l’Accademia pone alla diffusione del metodo.

“80, rue de l’Université – 14 giugno 1944 – Mio caro collega, l’ufficio dell’Accademia di Medicina fa delle difficoltà impreviste ed incredibili per lasciarmi presentare il vostro lavoro a vostro nome.
Secondo il regolamento, ogni lavoro che non sia di un membro dell’Accademia deve essere prima sottoposto al Consiglio.
Ho quindi inviato il vostro al suddetto Consiglio.
Di solito è una semplice formalità; finora non avevo mai incontrato la minima difficoltà.
Ieri, invece, mi hanno fatto sapere che il vostro lavoro deve essere sottoposto a non so quale commissione di igiene.
Io vedo in questo soltanto una manovra dilatoria, tesa ad impedire o almeno a ritardare la pubblicazione.
Ho annunciato che farò la comunicazione a mio nome e che lo farò martedì prossimo.
Non so se ci riuscirò.
Comunque è sempre il vostro nome che sarà bene in vista, potete starne certo.

Cordiali saluti Pierre Delbet”

“20 giugno 1944 – Mio caro collega, una scena violenta, quasi drammatica, unica nel suo genere, è accaduta all’Accademia di Medicina.
Vi ho già scritto tutte le perizie che hanno preceduto l’iscrizione all’ordine del giorno della mia, o meglio, della vostra comunicazione.
Infine era all’ordine del giorno.
Ma all’inizio della seduta il presidente ha dichiarato di non poter dare la parola ad una comunicazione sul trattamento della difterite mediante cloruro di magnesio.
Dopo una lunga e penosa discussione pubblica ho ottenuto di poter leggere quello che avevo scritto.
Ne ho quindi dato lettura, ma il presidente ha dichiarato che l’ufficio si riservava il diritto di vietarne la pubblicazione e che l’avrebbe notificato la sua decisione nella riunione di martedì prossimo.
Vedete che avevo ragione a pensare che l’ufficio volesse fare dell’ostruzionismo.
La mia comunicazione è redatta in termini tali che mi sembra difficile rifiutarne l’inserzione nel bollettino; bisogna comunque aspettarsi di tutto da parte di persone animate da un certo partito preso.
L’unica maniera di ridurli all’impotenza è di continuare la serie dei vostri successi…
Cordiali saluti Pierre Delbet”

“16 novembre 1944 – …la pubblicazione della mia comunicazione del 20 giugno è stata definitivamente rifiutata.
Il Consiglio dell’Accademia ha trovato, dopo cinque mesi di riflessione, la motivazione seguente: – facendo conoscere un nuovo trattamento contro la difterite, verrebbero impedite le vaccinazioni, mentre l’interesse generale è di generalizzare le vaccinazioni -.
Il Consiglio aveva la pretesa di non menzionare neppure la mia comunicazione nel bollettino.
Ho protestato energicamente.
Poiché la mia comunicazione è stata letta in una seduta pubblica, il titolo deve comparire nel bollettino.
Ho chiesto che, dopo il titolo, fosse indicato che la pubblicazione era stata rifiutata.
Non ho potuto ottenere soddisfazione su questo punto.
E’ molto significativo, si rifiuta la pubblicazione ma non ci si vuol prendere la responsabilità del rifiuto.
Come riprendere la questione e darle la pubblicità che merita? Se vedete una possibilità, indicatemela…
Cordiali saluti Pierre Delbet”

Queste lettere si commentano da sole, al lettore trarne le sue conclusioni.
Ma c’è una nota positiva in questa assurda storia.
L’Accademia di Medicina rifiutava la pubblicazione perché il trattamento citofilattico impedirebbe le vaccinazioni.
Quindi “la più alta autorità medica in Francia riconosce un potere sorprendente, meraviglioso, quasi magico alla citofilassi… impedire la vaccinazione… ma come può farlo? Soltanto rendendola manifestamente inutile, mentre la sieroterapia non impedisce di continuare a sentirne crudelmente la necessità.
Trattata col siero, la difterite resta una malattia terribile, contro la quale conviene cercare di immunizzarsi a tutti i costi e a tutti i rischi; mentre, correttamente trattata col cloruro di magnesio, la stessa difterite non sarebbe altro che una angina talmente benigna che nessuno potrebbe sostenere l’inutilità della vaccinazione antidifterica.
Ecco quello che, dopo cinque mesi di studio, ci rivela il Consiglio dell’Accademia.
Poteva rendere un omaggio più grande alla superiorità del nuovo trattamento?”

Passano alcuni anni, nel 1947, alle “Giornate terapeutiche di Parigi”, il dott. Neveu è invitato a presentare una comunicazione sul “trattamento citofilattico di qualche malattia infettiva dell’uomo e del bestiame mediante il cloruro di magnesio”.
Il testo sulla difterite copre due pagine e vi sono riportati 61 casi trattati da Neveu e da altri medici.
Di questi, 58 guarirono col solo magnesio e gli altri 3 ricevettero magnesio e siero.
La percentuale di guarigione è quindi del 95% col solo cloruro di magnesio, del 100% se si considera anche il siero.

Nel volume intitolato “giornate terapeutiche di Parigi, 1947”, sono contenuti i testi di tutte le conferenze e di tutte le comunicazioni.
Vi si trova integralmente riprodotta tutta la comunicazione di Neveu sulle malattie degli animali domestici, ma inspiegabilmente, la parte più interessante, quella che tratta delle malattie umane, e condensata all’estremo.
Le due pagine sulla difterite sono ridotte alle seguenti poche righe:

“Difterite.
Cita all’inizio tre osservazioni personali di difterite verificate per l’esame batteriologico che sembrano aver beneficiato del trattamento, e varie osservazioni dei colleghi, le cui conclusioni confermano le sue.
Il metodo citofilattico mediante cloruro di magnesio avrebbe dato una percentuale elevata di miglioramenti se non di guarigioni in 58 casi su 61 trattati.
Su questi 58 casi, 8 sono a bacilli lunghi, 16 a bacilli medi, 5 a bacilli corti.
In 29 casi il laboratorio non ha fornito la lunghezza del bacillo di LoeffleR.”

Neveu resta tristemente sorpreso da queste frasi, che alterano completamente il senso della sua comunicazione.
Profondamente amareggiato dall’atteggiamento della Medicina Ufficiale nei confronti del suo lavoro, ma per nulla rassegnato, Neveu continua a utilizzare il cloruro di magnesio, ed a raccogliere dati a favore della citofilassi.
Egli non si limita alla sola difterite.
Essendo aspecifico, il trattamento deve essere utile anche in altre malattie infettive.
Già qualche anno prima, infatti, aveva iniziato la sua battaglia contro l’altro grande flagello di quegli anni, la poliomielite.