Testimonianza di Gianfranco Scarpa e Marina Brau

Leggi i documenti del Ministero della Sanità qui sotto:

Documento del ministero 1
Documento del ministero 2

I genitori Gianfranco Scarpa e Marina Brau raccontano la morte avvenuta dopo la vaccinazione eseguita al loro figlio Marco Scarpa.
Raccontiamo in sintesi la storia di nostro figlio Marco dopo che ha ricevuto le vaccinazioni obbligatorie.

Nel 94 abbiamo coronato il nostro sogno di diventare genitori. Marco nasce sanissimo all’ospedale di  Mestre il 07/05/1994 e come tutti i genitori eravamo strafelici di questo evento, che durò soltanto tre mesi  fino al giorno in qui ha ricevuto la prima dose di  DTP, antipolio e antiepatite. Era il O3/08/1994 presso il distretto sanitario U.L.S.S, 17 di Martellago (VE). A distanza di due tre giorni dalla vaccinazione ci siamo accorti che nostro figlio non era più lo stesso, non piangeva più, aveva crisi di lamento continuo, con scarso controllo del capo e aveva perso i toni muscolari. Peggio ancora: per vedere se aveva fame dovevamo mettergli un dito in bocca.

A questo punto, nove giorni dopo la vaccinazione,  il 12/08/1994, visto che il bambino non si riprendeva, ci siamo recati per una visita dalla pediatra di base, la quale costatava immediatamente il problema. Fece subito una richiesta per un visita neuropsichiatrica dove fu riscontrata una forte ipotonia richiedendo delle cure presso un centro di fisioterapia.

Da questo punto in poi state bene attenti alla superficialità della pediatra vaccinatrice della U.L.S.S.
Il 29/09/1994, 45 giorni dopo la prima vaccinazione, siamo stati invitati al distretto sanitario per il richiamo della seconda vaccinazione, incontrammo la pediatra dell’ambulatorio delle vaccinazioni la quale vide che il bambino non riusciva,ne a fissarti e tantomeno a sorridere e con un quadro neurologico conclamato, con il ciclo di fisioterapia in corso (…perché aveva perso il tono muscolare!!!).Lei non ha pensato minimamente  se fosse o non fosse un danno provocato dalla vaccinazione.

E sapete invece dopo un suo esame obbiettivo cosa ha pensato,? Ha ritenuto giusto interrompere siiii la trivalente, ma somministrare antipolio e antiepatite!!! Con quale risultato? Il giorno dopo siamo stati  costretti a tornare urgentemente dalla pediatra di base che  rendendosi subito conto ancora una volta del peggioramento di Marco anche dopo questa vaccinazione  decise, in accordo con il neuropsichiatra che aveva già visitato Marco, di fare alcuni esami specifici all’ospedale di Padova. Marco in ospedale a Padova vi rimase  per due giorni; eseguirono un’ecografia celebrale, un elettroencefalogramma, un esame del sangue ed una visita oculistica.

Tornammo a casa dall’ospedale dopo due giorni  senza una diagnosi per il momento, ma  con l’accordo che ci avrebbero richiamato per degli altri esami da eseguire. Ma ad ottobre per Marco  iniziò il calvario delle crisi convulsive. Andando per ordine il 25/10/1994 Marco viene ricoverato  all’ospedale di Mirano con la prima crisi convulsiva fino al  04/11/1994 quando viene dimesso. Rientrando a casa sembrava stabilizzato, ma quella stessa notte ha avuto una nuova crisi. Ritornammo così all’ospedale di Mirano dove, dopo tre giorni l’ 08/11/1994, viene trasferito a Padova e qui vi rimane con  vari ricoveri fino a giugno del 1995, sempre con alternate crisi.
Per il momento ci fermiamo con le date delle crisi che riprenderemo alla fine, per raccontarvi anche le osservazioni e domande che ci facevamo e che facevamo ai vari medici.

Allora nonostante tutti i ricoveri fatti a Marco, fino a quel momento,  non riuscivano a dirci cosa avesse,meglio ancora ad ogni ricovero ci davano una diagnosi diversa. Siamo arrivati al punto di sospettare due cose molto semplici: o non erano veramente in grado di fare una diagnosi oppure non volevano dirci la verità visto che noi ad ogni ricovero facevamo sempre presente che Marco era cambiato subito dopo la prima vaccinazione. Ma la loro risposta ferma, solita, ma per noi non precisa, era che “la vaccinazione non c’entrava nulla”.

Con le nostre sensazioni di genitori  cercavamo in qualche modo di renderci utili per capire assieme cosa fosse successo, cercando di indirizzarli anche in quella direzione(le vaccinazioni). Invece  le loro risposte hanno fatto si di farci sentire inutili,” ignoranti” e sempre più impotenti .

Rimarrà stampata nella nostra memoria, per tutta la vita, la sensazione di sbattere violentemente la testa addosso a un muro. Oggi, come allora, le risposte date da quei” medici, ci sembrano a dir poco paradossali”. Noi a sentire loro,dovevamo per forza pensare di partire dall’ipotesi più lontana per poter credere o accertare se c’era il coinvolgimento o meno del vaccino. Ma contingenza temporale, evidenza logica e le nostre sensazioni avrebbero dovuto far emergere in loro  il buon senso per indagare anche in quella direzione: le vaccinazioni.

Riprendiamo dal 08/11/1994 quando Marco viene trasferito a Padova, dove rimane con alternati ricoveri fino a giugno del 1995, sempre con crisi alternate.

In quei  mesi vedere nostro figlio in quelle condizioni era una sofferenza era talmente grande  che non  avevamo nemmeno più la forza di credere in una sua ripresa.  Infatti non vedendo risultati o miglioramenti, a Padova si decide di ricoverarlo a Verona. Il 07/09/1995 si torna a casa sempre senza miglioramenti. Ad ottobre, durante un’ ennesimo ricovero, Marco ha avuto più di 100 crisi convulsive  nel corso di ventiquattro ore. Fu una cosa impressionante, a vedersi; anche se eravamo vicini a lui eravamo impotenti più che mai, senza poter far nulla, pensando solamente cosa non avremmo fatto pur di non vederlo in quelle condizioni. Le nostre continue domande erano sempre le solite, ma cosa è successo al nostro Marco?

Ma nessuno diceva nulla. Anche con l’ultimo ricovero a Verona il 13/02/1996 non si videro miglioramenti e non potemmo avere risposte. Praticamente  andavamo dentro e fuori da questi ospedali senza risultati, ma soprattutto senza una diagnosi certa: Questo fino al giorno 29/02/1996  quando  Marco dopo sedici giorni ritorna ad essere  ricoverato a Mirano per bronco polmonite con 41,5 di febbre. Li, dopo tre giorni, il 02/03/1996 il nostro piccolo Marco stremato sfinito e distrutto da quelle crisi, è deceduto. Non fu eseguita nemmeno l’autopsia (pur essendo noi intenzionati a donare gli organi).

La cosa più inquietante per noi oggi è il fatto che la pediatra, nonostante avesse constatato i seri problemi di salute di NOSTRO figlio,  abbia continuato  senza un attimo di esitazione a vaccinare.

Concludiamo  dicendo che  anche se per noi è grande fatica e sofferenza aver raccontato e ricordato gli ultimi giorni di Marco, lo  abbiamo fatto e lo faremo sempre, sperando non possa succedere ad altri genitori.

Dopo questo evento bruttissimo ci siamo decisi di presentare la domanda di indennizzo e per prima cosa ci siamo recati dalla pediatra di base per farci fare il documento dove lei  accertava che Marco prima delle vaccinazione era sanissimo, lei accettò subito  scrivendo e affermando lo stato di salute del bambino prima della vaccinazione.

A questo punto, il 20/01/1996, abbiamo fatto domanda d’indennizzo per danno da vaccino in base alla legge 210/92. La CMO (commissione medica ospedaliera che era l’organo composto da medici militari incaricato di valutare le richieste di indennizzo) ebbe giudizio avverso respingendo la nostra domanda.
Ma non ci siamo persi d’animo perché, anche se distrutti dal dolore, forti di volere giustizia, presentammo il ricorso e questa è la risposta del ministero.

Dopo cinque anni il Ministero della Sanità ha riconosciuto il danno.
(Il ricorso, presentato dal Sig. Scarpa Gianfranco e dalla Sig.a Brau Marina avverso il giudizio della C.M.0. di Padova di cui al verbale ML./V n229 del 18 giugno 1998, è accolto e la cerebropatia che provocò il decesso del danneggiato è ascrivibile alla 1 ^ categoria della tabella A, allegata al D:P:R:30 dicembre 1981 n834.) Roma O9 Febbraio 2001

ANCORA OGGI CI CHIEDIAMO: E SE NON AVESSIMO PRESENTATO RICORSO?
E  POI VOGLIAMO DARE UN CONSIGLIO A TUTTI I GENITORI CHE SI POTREBBERO TROVARE IN SITUAZIONI DI REAZIONI AVVERSE DA VACCINO.
RIFLETTETE BENE E NON LASCIATE CHE IL PROBLEMA DIVENTI SOLTANTO VOSTRO. NON SEMBRA GIUSTO AVERE OLTRE IL DANNO ANCHE LA BEFFA .

considerazioni del corvelva

E difficile in questi casi fare delle considerazioni. Leggendo il dramma di questi genitori, comunque, dobbiamo  dire che hanno avuto la forza  di affrontare una grande sofferenza che ci fa e deve far riflettere tutti  seriamente. Come  sia  potuto accadere che tanti medici specialisti e pediatri, nemmeno minimamente abbiano ipotizzato una correlazione con la vaccinazione stessa visto i tempi e i problemi insorti.

Vogliamo fare le solite osservazioni al comportamento  di questi due pediatri.
La pediatra vaccinatrice  naturalmente in quel momento  ha attuato la procedura vaccinale  da protocollo, ma è anche vero che  non ha usato minimamente il buon senso  e ha solo eseguito degli ordini, perché se questa pediatra, si fosse fermata un attimo a pensare, con l’istinto di una madre, vedendo le condizioni di quel bambino,  avrebbe dovuto perlomeno rinviare quella maledetta vaccinazione!!! Perché è troppo semplice  nascondersi sempre dietro a questa  procedura di protocollo, che per noi è più errata che mai. Ma non si poteva perché fuori c’erano tanti altri bambini che aspettavano!!!

Ci piacerebbe veramente vedere oggi all’opera questa pediatra, se questa morte gli ha insegnato qualcosa di diverso dalle loro solite  procedure piene di interessi economici ma povere di intelligenza umana.

Ora passiamo alla pediatra di base. Dobbiamo dire che ha fatto qualcosa di meglio della collega. Ma leggendo la storia ci sorge un dubbio anche su di lei. Infatti ha giustamente indirizzato subito il bambino a fare accertamenti e questo lo condividiamo, ma ci domandiamo  se anche lei  non avesse mai avuto dei dubbi sul possibile danno da vaccino, visto che sapeva e vedeva le sue condizioni dopo la vaccinazione. Come mai, quando i genitori per presentare la domanda 210 si sono presentati da lei per quella dichiarazione, ha condiviso di fare subito quel documento? Ci sorge spontaneo  pensare, anche se non possiamo essere sicuri, che lei avesse saputo che il vaccino aveva procurato il danno,ma come sappiamo  tutti devono tacere, tanto non sono figli loro.

Noi continueremo a fare appelli a questi/e pediatri perché devono cominciare tutti a valutare bene prima di vaccinare usando  l’intelligenza di un buon padre o madre di famiglia lasciando da parte gli interessi economici per non avere la coscienza rovinata poi.

Un’ultima cosa vogliamo dire a chi legge queste tristi storie. In qualsiasi modo la pensiate, di divulgarle in ogni caso e non per interesse o meno, ma per dare la possibilità ai genitori di informarsi bene prima di vaccinare  il vostro bambino  perché quel bambino è vostro e di nessun altro. E’ tutto il vostro mondo e saprete occuparvi di lui.

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